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Bonifica Amianto: La guida alle tecniche e alle procedure indicate dalla normativa

Una delle problematiche più grandi che affligge la nostra società attuale è la bonifica dei siti contenenti amianto, un minerale altamente utilizzato nei tempi passati per via delle sue caratteristiche peculiari che assicuravano alte prestazioni, in termini di resistenza, durata e flessibilità, ad un basso costo. Nel tempo si è scoperto che le fibre di cui è composto questo materiale, tendono a sfaldarsi e disperdersi nell'aria e, se inalate, hanno effetti deleteri molto gravi sulla salute dell'organismo umano. Asbestosi, carcinoma polmonare, mesotelioma pleurico-peritoneale, sono solo alcune delle patologie strettamente correlate all'esposizione alle "polveri" d'amianto, per tale ragione, negli ultimi, decenni sono state emanate numerose leggi volte, in primo, luogo a proibire la costruzione e la commercializzazione di MCA (ovvero Materiali Contenenti Amianto) e, in secondo luogo, a promuovere campagne di bonifica dei siti contaminati dall'asbesto. Oggi, prendendo spunto dal nostro corso di bonifica amianto in cui vengono approfondite le dinamiche e le modalità da seguire in queste delicate operazioni, forniremo una guida rapida sulle tecniche e le metodologie di lavoro da attuare in cantiere durante le operazioni di bonifica.

Corso sulla Bonifica Amianto in modalità e-learning
CORSO BONIFICA AMIANTO
Durata: 4 ore - Modalità: e-learning

"Corso teorico sugli aspetti tecnico-organizzativi della bonifica amianto con approfondimento sulla valutazione e la gestione del rischio amianto all'interno dei cantieri."

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Qual è la normativa in materia di bonifica amianto?

Dei numerosi provvedimenti normativi emanati negli ultimi anni per la bonifica e la lotta alla contaminazione da amianto, i principali che citiamo sono:

  • la Legge 257/92 "Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto";
  • il D.M. 6/9/1994 "normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo e la bonifica dei materiali contenenti amianto";
  • il D.M. 20/08/1999 "Ampliamento delle normative e delle metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l'amianto"

A queste si aggiunge il D.Lgs 9 aprile 2008, n.81 ovvero il Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro, il quale dedica all'argomento il Capo III, intitolato "Protezione dai rischi connessi all'esposizione all'amianto", del Titolo IX "Sostanze pericolose".

Cosa bisogna fare in presenza di amianto?

Di per sé, la presenza di amianto o di MCA all'interno di un edificio non costituisce un pericolo per la salute, infatti, in presenza di materiale compatto, in buono stato di conservazione, il pericolo di rilascio fibre di amianto è minimo, invece, davanti a materiale danneggiato e friabile che rilascia polveri il pericolo è più elevato. In ogni caso, il proprietario di un edificio in cui è stata rilevata la presenza di amianto o MCA dovrà seguire un iter specifico:

  • Denunciare alla ASL territorialmente competente la presenza dell'amianto nell'edificio;
  • Rivolgersi ad un tecnico abilitato per eseguire la valutazione dello stato di conservazione dell'amianto.

Il Tecnico dovrà individuare l'indice di degrado (I.D.) dell'amianto valutando di conseguenza il livello di rischio che esso costituisce per la salute e per l'ambiente circostante, in base all'indice di degrado I.D., il tecnico dovrà prescrivere le opportune azioni da intraprendere, secondo il seguente schema:

I.D. inferiore o uguale a 25 non c'è bisogno di nessun intervento ma è necessario effettuare un riesame di monitoraggio con frequenza biennale per verificare che non ci siano stati cambiamenti
I.D. compreso tra 26 e 44 è necessario eseguire le operazioni di bonifica entro 3 anni a partire dalla data della valutazione
I.D. uguale o superiore a 45 è necessario rimuovere l'amianto entro i 12 mesi successivi alla valutazione.

In ogni caso, a seguito dell'accertamento della presenza di amianto sarà necessario mettere in atto il programma di controllo e manutenzione al fine di monitorare costantemente lo stato di degrado dell'amianto e ridurre al minimo il rischio per gli occupanti e per l'ambiente

Cos'è il programma di controllo e manutenzione amianto?

Si tratta di un piano finalizzato a mantenere in buone condizioni gli MCA prevenendo la dispersione secondaria di fibre e apportando i dovuti interventi di manutenzione ove necessario. La responsabilità di tale piano ricade sul proprietario dell'immobile che dovrà, in primo luogo:

  • nominare un responsabile per il controllo e il coordinamento di tutte le attività manutentive relative all'amianto;
  • documentare l'ubicazione dell'amianto e degli MCA, provvedendo a custodire tale documentazione;
  • garantire il rispetto delle misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi di manutenzione e in tutte le occasioni che possano disturbare i materiali di amianto;
  • informare tempestivamente gli occupanti dell'edificio circa la presenza di amianto, i rischi derivanti da esso e i comportamenti da adottare;
  • in caso di materiali friabili bisognerà far ispezionare l'edificio almeno una volta all'anno da personale specializzato, redigendo un rapporto dettagliato comprensivo di documentazione fotografica.

Per quanto riguarda le attività di manutenzione e custodia, quelle previste dal piano possono essere raggruppate in 3 diverse categorie:

  1. interventi che non comportano contatto diretto con l'amianto;
  2. interventi che possono interessare accidentalmente i materiali contenenti amianto;
  3. interventi che intenzionalmente disturbano zone limitate di materiali contenenti amianto.

Ciascuno di questi interventi dovrà essere svolto applicando le misure di sicurezza idonee a salvaguardare l'ambiente, gli abitanti dell'edificio, eventuali terzi nonché gli addetti alla manutenzione.

Chi è il responsabile del rischio amianto?

Il Responsabile del Rischio Amianto, detto anche RRA, è la figura a cui la normativa attribuisce il compito di coordinare il programma di controllo e manutenzione che miri a minimizzare l'esposizione al rischio durante i lavori di bonifica, tutelando la salute dei lavoratori e degli eventuali occupanti. Come anticipato la nomina di un RRA è obbligatoria, per il proprietario dell'edificio, in tutti i casi in cui venga riscontrata la presenza di MCA. La nomina deve ricadere su un soggetto in possesso di conoscenze specifiche sull'amianto e su quanto previsto dalla normativa in vigore in materia di sicurezza sul lavoro e che abbia capacità di coordinare di coordinare le attività di controllo e manutenzione.

I compiti del RRA includono:

  • la predisposizione di un programma di controllo e manutenzione periodico dell'edificio;
  • la valutazione dei rischi legati all'amianto;
  • la definizione delle misure di prevenzione e protezione necessarie;
  • la sorveglianza dei lavori di manutenzione e rimozione dell'amianto;
  • la tenuta di un registro di tutte le attività svolte;
  • la trasmissione di informazione ai soggetti interessati sui potenziali rischi cui sono esposti e sulle procedure da adottare.

Chi può effettuare i lavori di bonifica amianto?

Secondo l'articolo 256 comma c del D.Lgs 81/08, i lavori di demolizione o di rimozione dell'amianto possono essere effettuati solo da aziende individuate dall'articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ovvero, dalle aziende abilitate allo smaltimento dell'asbesto iscritte all'Albo Nazionale Gestori Ambientali, in possesso di requisiti specifici, tra cui citiamo:

  • idoneità tecnico-professionale;
  • disponibilità di attrezzatura e mezzi di trasporto per rimozione e smaltimento in sicurezza;
  • personale idoneamente formato e dotato di appositi DPI;
  • responsabile tecnico con qualifica professionale ed esperienza nel settore.

Cosa bisogna fare prima dell'inizio dei lavori di bonifica?

Prima di cominciare con i lavori di bonifica, le aziende abilitate alla rimozione e allo smaltimento dell'amianto devono provvedere ad alcuni provvedimenti, ovvero:

  • il sopralluogo preliminare;
  • l'invio della notifica obbligatoria;
  • la presentazione del piano di lavoro.

Di seguito approfondiremo nel dettaglio ciascuno di questi passaggi:

Il sopralluogo preliminare

Il sopralluogo preliminare è di cruciale importanza per accertare la presenza di amianto o MCA, effettuare valutazione del rischio di esposizione all'amianto e progettare le misure di sicurezza idonee allo svolgimento delle lavorazioni in cantiere. Per far questo nel migliore dei modi bisogna procedere con delle azioni mirate, ovvero:

  • eseguire rilievi on-site e raccogliere i documenti necessari;
  • effettuare la mappatura dei MCA;
  • censire macchinari ed attrezzature;
  • effettuare i rischi che contraddistinguono ogni singola area;
  • valutare le criticità che contraddistinguono l'ambiente nel suo complesso.
  • valutare i rischi da interferenza con eventuali altre attività lavorative che ancora si svolgono nel sito;
  • predisporre e analizzare gli scenari di dismissione possibili e ripristino ambientale.

Queste operazioni sono tuttavia subordinate all'analisi della documentazione strutturale dei luoghi fornite dal committente (che in molti casi è il proprietario dell'edificio), attraverso la quale si riuscirà ad avere un quadro completo della situazione.

La notifica preliminare

L'articolo 250 del D.Lgs 81/08 prevede l'obbligo di inviare una notifica all'organo di vigilanza competente per il territorio, ovvero l'ASL, prima dell'inizio dei lavori. Tale obbligo ricade sul datore di lavoro dell'azienda che si occupa della rimozione che può effettuarlo in modalità telematica o affidandosi ad organismi paritetici e organizzazioni sindacali di riferimento.

Risulta molto importante che la notifica comprenda dei contenuti minimi che sono indicati nel comma 2 dell'articolo 250 come "descrizione sintetica" dei seguenti elementi:

  • ubicazione del cantiere;
  • tipi e quantitativi di amianto manipolati;
  • attività e procedimenti applicati;
  • numero di lavoratori interessati;
  • data di inizio dei lavori e relativa durata;
  • misure adottate per limitare l'esposizione dei lavoratori all'amianto.

Ricordiamo che la notifica dovrà essere effettuata nuovamente in occasioni di modifiche alle condizioni di lavoro che possano influire sulla sicurezza, generando un aumento dell'esposizione al rischio amianto. Inoltre è compito del datore di lavoro assicurare, ai lavoratori e ai loro rappresentanti, l'accesso a tutti i documenti oggetto della notifica.

Il piano di lavoro per la bonifica amianto

L'ultima delle tre attività da svolgere prima dell'inizio dei lavori è la predisposizione di un piano di lavoro contenente informazioni dettagliate su:

  • rimozione dell'amianto o dei materiali contenenti amianto prima dell'applicazione delle tecniche di demolizione;
  • fornitura ai lavoratori di idonei dispositivi di protezione individuale;
  • verifica dell'assenza di rischi dovuti all'esposizione all'amianto sul luogo di lavoro, al termine dei lavori di demolizione o di rimozione dell'amianto;
  • adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato dei lavori;
  • adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento dei materiali;
  • adozione, nel caso in cui sia previsto il superamento dei valori limite di cui all'articolo 254, delle misure di cui all'articolo 255, adattandole alle particolari esigenze del lavoro specifico;
  • natura dei lavori e loro durata presumibile;
  • luogo ove i lavori verranno effettuati;
  • tecniche lavorative adottate per la rimozione dell'amianto;
  • caratteristiche delle attrezzature o dispositivi che si intendono utilizzare per attuare quanto previsto dalle lettere d) ed e).

L'obbligo di elaborare questo documento ricade sul datore di lavoro dell'azienda, il quale dovrà inoltre invarne una copia all'organo di vigilanza almeno 30 giorni prima dell'inizio dei lavori, ad esclusione dei casi di urgenza. Se, decorsi i 30 giorni dalla presentazione della copia del piano, l'organo di vigilanza non formula richieste motivate di modifica o integrazione del piano, il datore di lavoro può procedere con i lavori. Anche la documentazione che costituisce il piano di lavoro può essere consultata dai lavoratori e dai loro rappresentanti, il comma 7 dello stesso articolo, infatti, obbliga il datore di lavoro a provvedere affinché ciò avvenga. In fine, specifichiamo che, l'invio della documentazione completa relativa al piano di lavoro, sostituisce l'adempimento obbligatorio della notifica preliminare.

Quali sono le tecniche di bonifica dell'amianto?

Il Decreto Ministeriale del 94, emanato in attuazione di quanto previsto all'articolo 6 della Legge 257/92, tra le altre cose, individua le tre tipologie di bonifica amianto, indicando anche i criteri di scelta. Nello specifico, le tre tecniche sono:

  • incapsulamento;
  • confinamento;
  • rimozione.

La scelta di adoperare una tecnica piuttosto che un'altra dipende da diversi fattori tra le condizioni e l'ubicazione dell'amianto. Di seguito andremo ad approfondirle per capire meglio quali sono le caratteristiche peculiari di ciascuna.

L'incapsulamento dell'amianto

L'incapsulamento è una tecnica utilizzata per trattare il materiale contenente amianto attraverso l'utilizzo di prodotti specifici che inglobano le fibre di amianto, ripristinano l'aderenza al supporto e creano una pellicola di protezione sulla superficie esposta. L'incapsulamento viene generalmente praticato per trattare materiali poco friabili, come quelli di tipo cementizio, i prodotti utilizzati possono essere penetranti o ricoprenti e possono essere impermeabilizzanti. Questo processo non richiede la sostituzione del materiale con un prodotto non pericoloso e non produce rifiuti tossici, riducendo il rischio di esposizione per i lavoratori addetti e il rischio di inquinamento dell'ambiente. Tuttavia, lo svantaggio sta nel fatto che il MCA rimane nell'edificio e richiede un programma di controllo e manutenzione per garantire la sicurezza degli occupanti. Inoltre, l'efficacia dell'incapsulamento deve essere verificata periodicamente, in quanto il trattamento può essere danneggiato o alterato nel tempo. Infine, è importante notare che l'incapsulamento può alterare le proprietà dell'amianto.

Il confinamento dell'amianto

Il confinamento, invece, è una tecnica utilizzata per separare il materiale contenente amianto dalle aree occupate dell'edificio attraverso l'installazione di una barriera a tenuta. Tuttavia, se non viene associato all'incapsulamento, il rilascio di fibre di amianto può continuare all'interno del confinamento. Questa soluzione è indicata per materiali facilmente accessibili, come ad esempio una colonna, e viene utilizzata soprattutto per bonifiche di aree circoscritte. Tuttavia, come nel caso dell'incapsulamento, è necessario mantenere un programma di controllo e manutenzione in quanto l'amianto rimane all'interno dell'edificio. Inoltre, la barriera fisica installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni per garantire la sicurezza degli occupanti dell'edificio.

La rimozione dell'amianto

L'ultima delle tre metodologia di bonifica, infine, è un processo che comporta la rimozione totale dell'amianto e di qualsiasi altro MCA che potrebbe potenzialmente causare l'esposizione al rischio. Questo processo comporta dei rischi per i lavoratori addetti, poiché l'asportazione può generare polveri che potrebbero contenere fibre di amianto, causando un'alta probabilità di contaminazione ambientale. Inoltre, il processo di rimozione produce rifiuti tossici e nocivi che devono essere smaltiti correttamente. L'innegabile vantaggio di questo processo sta nella sostituzione del materiale contenente amianto con un nuovo materiale non pericoloso, e ciò elimina la possibilità di esposizione all'amianto in futuro, per tale ragione è uno dei trattamenti più utilizzati per l'eliminazione dell'amianto.

Quali sono le fasi dello smaltimento dell'amianto?

Nel caso in cui avvenga la rimozione dell'amianto, o in ogni caso in cui si producano rifiuti contaminati dal minerale in questione, è estremamente necessario che essi vengano smaltiti secondo procedure specifiche per garantire la tutela della salute pubblica e dell'integrità dell'ambiente. Dopo la rimozione, dunque, l'amianto dovrà essere imballato, trasportato e smaltito.

Durante la fase di imballaggio i rifiuti contenenti amianto dovranno essere sigillati ed etichettati in modo chiaro e inequivocabile affinché sia possibile identificarne il contenuto. Successivamente bisognerà procedere con il trasporto del materiale imballato, in maniera conforme a quanto stabilito dalle normative e dalle autorità competenti in materia. Nello specifico il trasporto deve essere svolto da aziende specializzate, in possesso delle dovute autorizzazioni e a bordo di veicoli dotati delle attrezzature e delle caratteristiche necessarie al trasporto che condurranno l'amianto presso degli impianti autorizzati dove avviene lo smaltimento vero e proprio.

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