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Direttiva Case Green: Ecco cosa prevede

La direttiva europea sulle case green, nota anche come Energy Performance of Buildings Directive (Epbd), è stata definitivamente approvata dalla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo il 12 marzo scorso. Il prossimo passo sarà la ratifica da parte del Consiglio Ecofin il 12 aprile, seguita dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e dall'entrata in vigore venti giorni dopo. Gli Stati Membri avranno quindi 24 mesi di tempo per recepire la direttiva, la quale sarà soggetta a revisione entro il 2028. In questo articolo offriremo una panoramica degli obiettivi di questa direttiva e delle novità che da essa deriveranno per il settore.

Gli obiettivi principali della Direttiva Case Green

L'obiettivo principale delle politiche energetiche degli Stati membri è l'ottenimento della neutralità climatica entro il 2050.

Ogni Stato membro è tenuto a sviluppare un piano nazionale che delinei una riduzione graduale del consumo energetico negli edifici residenziali, con la libertà di decidere su quali tipologie di edifici concentrarsi. Complessivamente, il 55% della riduzione del consumo energetico deve essere conseguito attraverso la ristrutturazione degli edifici che presentano prestazioni energetiche inferiori.

La direttiva prevede specifici obiettivi per gli edifici residenziali e non residenziali:

  • Gli edifici residenziali esistenti dovranno garantire una riduzione del consumo di energia primaria media del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
  • Per gli edifici non residenziali, sarà necessaria la ristrutturazione del 16% degli immobili con le peggiori prestazioni entro il 2030 e del 26% entro il 2033, con l'introduzione di requisiti minimi nazionali di prestazione energetica per l'intero settore edilizio.
  • I nuovi edifici residenziali dovranno essere a zero emissioni entro il 2030, mentre i nuovi edifici non residenziali entro il 2028.

Inoltre, la direttiva prevede un'eliminazione graduale dei combustibili fossili dagli immobili entro il 2040. Questi obiettivi delineano un quadro ambizioso per la trasformazione del settore edilizio verso la sostenibilità energetica e ambientale, con un impatto significativo sulla riduzione delle emissioni di carbonio e sull'efficienza energetica a lungo termine.

Novità per gli impianti fotovoltaici

Gli Stati membri sono tenuti a garantire che i nuovi edifici siano predisposti per l'installazione di impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti, conformi alla normativa "solar-ready", cosa che diventerà la prassi standard per i nuovi edifici.

Per gli edifici pubblici e non residenziali già esistenti, l'integrazione dell'energia solare dovrà avvenire gradualmente a partire dal 2027, laddove sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile. Tali disposizioni entreranno in vigore in tempi diversi in base alla tipologia e alle dimensioni dell'edificio.

Gli Stati membri dovranno procedere con l'installazione degli impianti solari seguendo il seguente calendario:

Entro il 31 dicembre 2026 installazione su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 m²
Entro il 31 dicembre 2027 installazione su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 2000 m², e su tutti gli edifici non residenziali esistenti con una superficie utile superiore a 500 m² in cui si effettua un intervento che richiede un permesso amministrativo rilevante
Entro il 31 dicembre 2028 installazione su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 750 m²
Entro il 31 dicembre 2029 installazione su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i nuovi parcheggi coperti fisicamente adiacenti agli edifici.
Entro il 31 dicembre 2030 installazione su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 250 m²

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Indicazioni per le caldaie a combustibili fossili

La direttiva propone una strategia per ridurre progressivamente l'impiego delle caldaie alimentate da combustibili fossili, a partire dal 1° gennaio 2025, infatti, sarà necessario sospendere i sussidi per l'installazione di caldaie autonome che utilizzano combustibili fossili.

Spetta agli Stati membri elaborare piani dettagliati per l'eliminazione progressiva dell'uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l'obiettivo finale di eliminare completamente le caldaie alimentate da tali combustibili entro il 2040.

Gli unici immobili esclusi dall'applicazione di questa strategia sono:

  • Edifici vincolati e protetti.
  • Immobili storici.
  • Edifici temporanei.
  • Chiese.
  • Abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 mq.
  • Case vacanza, ossia seconde case occupate per meno di 4 mesi all'anno.

È prevista anche la possibilità di esentare l'edilizia sociale pubblica nel caso in cui i lavori di riqualificazione comportino un aumento sproporzionato degli affitti rispetto al risparmio ottenibile sulle bollette energetiche.

L'introduzione dello Smart Readiness Indicator

Un'altra importante novità è l'introduzione di un regime facoltativo nell'unione europea, in parallelo ad un nuovo indicatore e ad una nuova metodologia per valutare la Smart Readiness degli edifici, ovvero la predisposizione delle case a diventare "smart home", adottando sistemi domotici e tecnologie intelligenti per migliorare le loro prestazioni.

Gli aspetti di cui lo Smart Readiness Indicator terrà conto sono:

  • Comfort;
  • Efficienza energetica;
  • Flessibilità dei consumi;
  • Interoperabilità degli impianti;
  • Connettività.

Promozione della Mobilità Sostenibile

Le nuove disposizioni riguardanti la mobilità sostenibile mirano a promuovere l'adozione di pratiche eco-friendly negli edifici non residenziali e residenziali, sia di nuova costruzione che oggetto di ristrutturazioni significative.

Per gli edifici Edifici Non Residenziali le pratiche da adottare saranno:

Punti di Ricarica Gli edifici non residenziali con più di cinque posti auto devono garantire almeno un punto di ricarica per ogni cinque posti auto. In particolare gli edifici non residenziali con più di venti posti auto devono installare almeno un punto di ricarica per ogni dieci posti auto entro il 1° gennaio 2027.
Pre-Cablaggio Deve essere installato il pre-cablaggio per almeno il 50% dei posti auto e condotti per i rimanenti posti auto, consentendo così l'installazione futura di punti di ricarica per veicoli elettrici e altri mezzi a due ruote elettrici.
Parcheggio per Biciclette È richiesto uno spazio per il parcheggio delle biciclette che rappresenti almeno il 15% della capacità media o il 10% della capacità totale degli utenti, considerando anche le biciclette di dimensioni non standard.

Per quanto riguarda gli Edifici Residenziali le disposizioni prevedono:

Punti di Ricarica È richiesta l'installazione di almeno un punto di ricarica per i nuovi edifici residenziali.
Pre-Cablaggio Dev'essere predisposto il pre-cablaggio per almeno il 50% dei posti auto e condotti per i restanti posti auto, consentendo l'installazione futura di punti di ricarica elettrici.
Parcheggio per Biciclette Devono essere previsti almeno due spazi per il parcheggio delle biciclette per ogni unità abitativa.

In fine, per gli edifici pubblici, gli Stati membri devono garantire il pre-cablaggio per almeno uno su due posti auto entro il 1° gennaio 2033.

In conclusione

La Direttiva Case Green non solo definisce nuovi standard per gli edifici, ma porta anche cambiamenti significativi nei bonus edilizi e nelle sanzioni. Attualmente, non sono previste sanzioni specifiche per chi non rispetta i nuovi standard entro i tempi stabiliti, ma spetta ai governi nazionali decidere le misure da adottare. Tuttavia, è importante sottolineare che gli immobili non conformi rischiano una perdita automatica di valore.

Dal punto di vista degli incentivi, la direttiva impatterà su bonus come l'ecobonus e le agevolazioni per le caldaie, che non saranno più incentivabili a partire dal 2025. Le risorse dei paesi membri saranno indirizzate principalmente verso interventi che garantiscono un risparmio energetico minimo. Inoltre, la direttiva introduce forme di sostegno come lo sconto diretto sulle fatture dei cittadini.

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