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APE per edifici storici: guida completa alla certificazione

L'Attestato di Prestazione Energetica (APE) è obbligatorio anche per gli edifici storici, ma la sua redazione richiede un approccio particolare per via dei vincoli di tutela e delle deroghe normative. In questo articolo analizziamo il quadro legislativo, le criticità operative e le soluzioni tecniche per certificare correttamente edifici vincolati ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e soggetti agli obblighi del D.Lgs. 192/2005.

Normativa di riferimento

Il quadro normativo dell'APE per edifici storici si fonda su disposizioni nazionali e direttive europee:

Direttiva 2010/31/UE introduce l'obbligo di certificazione energetica per tutti gli edifici.
D.Lgs. 192/2005 disciplina la prestazione energetica degli edifici e, all'art. 3, prevede deroghe per immobili sottoposti a vincolo storico-artistico qualora l'applicazione dei requisiti minimi sia incompatibile con la tutela.
D.L. 63/2013 convertito in Legge 90/2013 sostituisce l'ACE con l'APE e uniforma la procedura a livello nazionale.
D.M. 26 giugno 2015 definisce le Linee Guida Nazionali per la certificazione energetica, i contenuti minimi e le metodologie di calcolo.
D.Lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali) stabilisce i vincoli e le procedure autorizzative per interventi su beni tutelati.

Perché l'APE è obbligatorio anche sugli edifici storici?

Il D.Lgs. 192/2005 non esclude gli edifici vincolati dall'obbligo di APE. Anche in presenza di vincoli, l'attestato va redatto per compravendite, locazioni e ristrutturazioni rilevanti. Tuttavia, è possibile derogare ai requisiti minimi di prestazione energetica quando tali prescrizioni risulterebbero incompatibili con la tutela del bene. Questo significa che l'APE deve rappresentare fedelmente lo stato di fatto, descrivere le limitazioni imposte dal vincolo e motivare eventuali mancate proposte di intervento migliorativo.

Deroghe più comuni

Tra le deroghe più frequenti riconosciute negli edifici vincolati troviamo:

  • Assenza di obbligo di cappotto termico esterno su facciate storiche decorate.
  • Conservazione di infissi originali non sostituibili per motivi di tutela.
  • Limitazioni alla sostituzione o modifica degli impianti che altererebbero elementi architettonici di pregio.
  • Impossibilità di integrare pannelli fotovoltaici o solari termici su coperture vincolate.

Fasi operative per la redazione dell'APE su edifici storici

Il processo di certificazione energetica per edifici storici mantiene la struttura prevista per l'APE ordinario ma richiede un livello di approfondimento superiore a causa delle limitazioni imposte dai vincoli di tutela e della frequente carenza di dati tecnici aggiornati. Di seguito le quattro fasi operative chiave, con indicazioni pratiche per il tecnico certificatore.

1. Fase amministrativa

Questa fase ha l'obiettivo di definire il perimetro normativo e operativo dell'incarico. Il tecnico deve innanzitutto verificare il proprio accreditamento presso l'elenco regionale dei certificatori energetici e raccogliere tutte le informazioni preliminari relative al bene:

  • Verifica dell'eventuale vincolo storico-artistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e reperimento dei relativi provvedimenti di tutela;
  • Individuazione della normativa regionale applicabile (alcune regioni hanno procedure specifiche per gli edifici vincolati);
  • Coordinamento con la Soprintendenza per chiarire i limiti sugli interventi di efficientamento proponibili e sulle modalità di rilievo;
  • Formalizzazione dell'incarico professionale, definendo responsabilità, tempistiche e compenso, specificando che l'APE conterrà eventuali deroghe motivate.

Una corretta gestione amministrativa iniziale riduce contestazioni future e garantisce la trasparenza del processo.

2. Fase conoscitiva

È la fase più lunga e strategica dell'intero processo, poiché da essa dipende l'affidabilità dell'APE. L'obiettivo è ricostruire lo stato energetico reale dell'edificio, integrando dati documentali e rilievi in situ. Le attività principali includono:

  • Analisi documentale
    recupero di planimetrie, relazioni storiche, dati catastali e documenti tecnici pregressi (es. Legge 10/91, diagnosi precedenti);
  • Rilievo geometrico e stratigrafico
    misurazione delle superfici disperdenti, verifica degli spessori murari e analisi delle stratigrafie (pietra, mattoni pieni, malte storiche) con eventuali indagini endoscopiche;
  • Verifica impiantistica
    censimento degli impianti esistenti (riscaldamento, ACS, raffrescamento), con particolare attenzione alle soluzioni storiche (caldaie a combustibile solido, camini, stufe) e alla loro efficienza residua;
  • Indagini strumentali (se necessarie)
    termografie per individuare ponti termici, misure di trasmittanza in situ e rilievi di temperatura-umidità per valutare le condizioni di comfort.

Questa fase è fondamentale per colmare le lacune tipiche degli edifici storici, dove spesso mancano elaborati aggiornati e i materiali presentano caratteristiche eterogenee.

3. Fase computazionale

In questa fase si procede con la modellazione energetica e i calcoli prestazionali secondo le UNI/TS 11300 e le Linee Guida Nazionali. Per gli edifici storici, il tecnico deve:

  • Gestire ipotesi conservative per materiali e impianti quando mancano dati certi, documentando ogni assunzione;
  • Determinare gli indici energetici principali (EPgl,nren, EPgl,ren) e le emissioni di CO₂, attribuendo la classe energetica corretta (A4-G);
  • Formulare raccomandazioni migliorative compatibili con il vincolo, privilegiando interventi reversibili e poco invasivi (es. doppi vetri interni, coibentazioni interne traspiranti, pompe di calore rimovibili);
  • Indicare, ove possibile, il potenziale di miglioramento e i tempi di ritorno economico degli interventi proposti.

Il calcolo deve risultare coerente con la realtà fisica dell'edificio e rispettare i limiti imposti dalla Soprintendenza, evitando proposte non attuabili.

4. Fase conclusiva

Ultimo step: la formalizzazione dell'attestato. Prevede la compilazione dell'APE nel formato ufficiale (regionale o nazionale), la firma digitale e la trasmissione al catasto energetico regionale e al SIAPE. In questa fase è buona prassi:

  • Inserire note esplicative che motivino le deroghe adottate e descrivano i limiti di intervento dovuti al vincolo storico;
  • Allegare eventuale documentazione fotografica e relazioni tecniche di supporto;
  • Consegnare l'attestato al committente entro 15 giorni dalla trasmissione, garantendo una relazione di accompagnamento che chiarisca le scelte effettuate.

Questa fase chiude il processo ma rappresenta anche una base per eventuali incentivi fiscali e future attività di riqualificazione compatibile.

Soluzioni tecniche compatibili

Gli interventi migliorativi sugli edifici storici devono rispettare la reversibilità e la compatibilità materica. Alcune soluzioni comuni sono:

  • Coibentazioni interne con materiali traspiranti (calce-canapa, pannelli in aerogel).
  • Doppi vetri interni applicati su infissi storici per ridurre le dispersioni senza sostituire gli originali.
  • Impianti reversibili a pompa di calore o sistemi radianti a bassa temperatura integrati in pavimenti flottanti.
  • Ventilazione meccanica controllata a bassa invasività per migliorare il comfort interno.

Criticità e best practice

La certificazione energetica degli edifici storici pone alcune sfide ricorrenti:

  • Dati incompleti: spesso mancano elaborati grafici aggiornati; occorre ricorrere a rilievi diretti e fotografie.
  • Software di calcolo: non sempre gestiscono correttamente le stratigrafie storiche; è necessario impostare parametri personalizzati.
  • Coordinamento con la tutela: ogni proposta migliorativa va condivisa con la Soprintendenza per verificarne la compatibilità.
  • Documentazione delle deroghe: è buona prassi motivare ogni deroga in modo chiaro nell'APE, a tutela del professionista.

APE e incentivi

Un APE redatto correttamente per un edificio storico non è solo un adempimento burocratico, ma anche la base per accedere a incentivi fiscali e bonus edilizi (es. Ecobonus, Bonus Ristrutturazioni) e per pianificare futuri interventi di efficientamento compatibili.

Conclusioni

Certificare un edificio storico richiede competenze tecniche, conoscenza delle normative e capacità di mediazione tra esigenze energetiche e vincoli di tutela. Un APE ben fatto non si limita a fotografare lo stato di fatto, ma diventa uno strumento strategico per la valorizzazione e il recupero del patrimonio edilizio storico, garantendo trasparenza, conformità normativa e prospettive di migliora

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